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Dolore, rigidità, stanchezza: i numeri di un problema sottovalutato

Non riuscire ad alzarsi dal letto, faticare ad allacciarsi le scarpe o semplicemente a stare in piedi troppo a lungo. È la quotidianità di oltre 6 milioni di italiani che convivono con una delle più di 150 malattie reumatologiche note.

Si va dalle più diffuse – artrosi, artrite reumatoide, fibromialgia, osteoporosi – alle forme più rare e complesse come sclerodermia, lupus eritematoso sistemico e sindrome di Sjögren.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le malattie reumatologiche rappresentano la prima causa di dolore e disabilità in Europa. Nonostante questo, restano ancora poco conosciute e spesso sottovalutate.


Non solo anziani: possono colpire anche i giovani

Come spiega Andrea Doria, presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR), molti falsi miti persistono:

«Si pensa che siano malattie tipiche dell’età avanzata, ma colpiscono anche giovani adulti, donne in età fertile e perfino bambini. Inoltre, non sono ineluttabili: alcuni comportamenti possono ridurre il rischio o ritardarne l’insorgenza».

Tra le buone abitudini preventive:

  • non fumare

  • seguire una dieta equilibrata

  • mantenere un peso sano

  • fare attività fisica regolare

  • proteggersi dalle infezioni con i vaccini

Chi ha un familiare affetto da una malattia reumatologica, ricorda Doria, ha un rischio aumentato del 10% di ammalarsi.


Tipologie principali

Le malattie reumatologiche si dividono in quattro grandi gruppi:

  • Degenerative: come l’artrosi, legate all’invecchiamento delle articolazioni.

  • Infiammatorie: artriti e spondiloartriti, dovute a infiammazione cronica.

  • Autoimmuni sistemiche: come le connettiviti e il lupus, che colpiscono anche organi vitali.

  • Metaboliche: come la gotta, causata da alterazioni del metabolismo.


Diagnosi ancora troppo lente

La diagnosi precoce è cruciale, ma in Italia arriva spesso con anni di ritardo.

«Servono in media sette anni per riconoscere un’artrite psoriasica e cinque per la spondilite anchilosante», spiega Gian Domenico Sebastiani, past president SIR.

Questo ritardo comporta danni irreversibili, costi sanitari elevati (oltre 2 miliardi di euro l’anno solo per l’artrite reumatoide) e un impatto sociale enorme.


I campanelli d’allarme da non ignorare

Tra i sintomi che meritano attenzione:

  • dolore articolare notturno o a riposo

  • gonfiore e rigidità al risveglio

  • stanchezza cronica

  • dolori muscolari persistenti

  • dita che cambiano colore con il freddo (fenomeno di Raynaud)

  • sensazione di secchezza a occhi e bocca

In presenza di questi segnali, è bene rivolgersi al medico di base per eventuali esami o visita reumatologica.


Terapie e nuove frontiere: verso la medicina personalizzata

Oggi, grazie ai progressi scientifici, molte malattie reumatologiche possono essere controllate o portate in remissione.

«Negli ultimi 15 anni i trattamenti sono aumentati e sempre più mirati – spiega Roberto Caporali, presidente eletto SIR –. Oggi la nuova frontiera è la medicina personalizzata: trovare il farmaco giusto, per il paziente giusto, al momento giusto».

Per ottenere risultati duraturi servono diagnosi tempestive, aderenza alle cure e un approccio multidisciplinare che includa reumatologo, fisiatra, nutrizionista e psicologo.


Ricerca e diritti dei pazienti

In occasione della Giornata mondiale delle malattie reumatologiche (12 ottobre), l’APMARR e il CREA Sanità hanno avviato il progetto di ricerca “Patologie reumatologiche in Italia: epidemiologia ed equità di accesso alle cure”.

L’obiettivo: colmare le lacune informative su prevalenza, costi e qualità di vita, oltre a monitorare le liste d’attesa, oggi uno dei problemi più urgenti del Servizio Sanitario Nazionale.

«Senza tempi rapidi per le visite – avverte Antonella Celano, presidente APMARR – non può esserci diagnosi precoce né accesso equo alle cure. Serve un impegno concreto delle Istituzioni per tutelare davvero i pazienti».


In sintesi

Le malattie reumatologiche non sono solo “malattie delle ossa”, ma patologie complesse che richiedono attenzione, prevenzione e diagnosi tempestiva.
Con stili di vita sani, una maggiore consapevolezza e un sistema sanitario più efficiente, è possibile ridurre il dolore, migliorare la qualità di vita e prevenire disabilità.

fonte: mafsalute.it