
Negli ultimi anni, sempre più consumatori si sono accorti che, pur comprando gli stessi prodotti di sempre, le confezioni sembrano “durare meno”. La colpa? Spesso è della shrinkflation, una strategia adottata da molte aziende per fronteggiare l’aumento dei costi di produzione senza dare troppo nell’occhio. Ma cosa significa esattamente questo termine e come possiamo difenderci?
Cos’è la Shrinkflation?
La parola shrinkflation nasce dalla fusione di due termini inglesi: shrink (restringere) e inflation (inflazione). Si tratta di una pratica commerciale in cui la quantità di prodotto contenuta in una confezione viene ridotta, ma il prezzo rimane invariato o addirittura aumenta. Il risultato? Il consumatore si ritrova a pagare di più per una quantità inferiore, spesso senza rendersene conto.
Come Funziona?
La shrinkflation è subdola proprio perché gioca su piccoli dettagli che passano inosservati:
-
Riduzione del contenuto: il peso o il volume del prodotto diminuisce. Ad esempio, una confezione di biscotti che prima conteneva 300g, ora ne contiene solo 290g.
-
Confezione apparentemente identica: l’aspetto esterno della confezione resta quasi sempre lo stesso, per evitare di allarmare il cliente.
-
Prezzo invariato o in aumento: nonostante il calo di quantità, il costo resta stabile o cresce, facendo aumentare il prezzo al chilo o al litro.
-
Illusione di continuità: molti consumatori non controllano con attenzione il peso o il volume, fidandosi dell’abitudine e della forma della confezione.
Alcuni Esempi Concreti
Numerosi prodotti comuni sono stati oggetto di shrinkflation. Ecco alcuni casi recenti:
-
Kinder Brioss: il peso totale è passato da 280g a 270g, ma il prezzo è rimasto lo stesso.
-
Detersivo Nelsen: da 1000 ml a 900 ml per flacone, senza variazioni evidenti nell’aspetto.
-
Biscotti Krumiri: ogni confezione ha 10 grammi in meno, ma il prezzo al pubblico è identico.

Perché le Aziende Lo Fanno?
L’inflazione, l’aumento del costo delle materie prime, della logistica e dell’energia stanno mettendo sotto pressione i margini di profitto delle aziende. Per evitare di alzare troppo i prezzi – e quindi spaventare i clienti – si opta per una strategia “invisibile”: vendere meno, ma allo stesso costo.
Le Conseguenze per i Consumatori
La shrinkflation ha un effetto diretto sul potere d’acquisto. Senza accorgersene, le famiglie si ritrovano a spendere di più per acquistare quantità minori, rendendo più difficile il controllo del budget mensile. Inoltre, si genera una crescente sfiducia nei confronti dei brand che adottano questa pratica in modo poco trasparente.
Come Difendersi dalla Shrinkflation
Anche se difficile da individuare, ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutare a tutelarsi:
- Controllare sempre l’etichetta: peso netto e volume sono indicati in modo obbligatorio per legge.
- Confrontare il prezzo al kg o al litro: è il modo più efficace per capire se un prodotto è davvero conveniente.
- Monitorare le abitudini d’acquisto: se un prodotto finisce prima del solito, vale la pena verificare se c’è stata una riduzione.
- Segnalare casi sospetti: le associazioni dei consumatori sono uno strumento utile per fare pressione sulle aziende affinché adottino comportamenti più trasparenti.
La shrinkflation è una risposta silenziosa all’inflazione, ma il suo impatto è tutt’altro che invisibile. Essere consumatori consapevoli è il primo passo per contrastare questa pratica e fare acquisti più intelligenti. Un piccolo controllo in più sugli scaffali del supermercato può fare una grande differenza per il nostro portafoglio.
